Via acne, ustioni e infiammazioni della pelle con questo fiore!

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A chi è salentino come me sarà capitato più volte di vedere enormi distese giallo-arancio nei campi e negli uliveti.
Questo spettacolo della natura è merito di una preziosissima pianta officinale: la calendula o calendola (Calendula officinalis).

Nell’antica Roma i fiori di questa pianta erano utilizzati al posto dello zafferano per dare colore ai cibi; la stessa cosa accadeva anche in epoca medioevale, quando la calendula veniva utilizzata per colorare zuppe e salse. In questo periodo, però, si utilizzava questa pianta anche a scopo terapeutico, per curare ferite e ustioni con applicazioni locali.

A cosa serve la calendula?

Come si utilizza la calendula?

Se ne utilizzano i fiori o i capolini, ricchi di olio essenziale, acidi grassi e altre sostanze antiossidanti. Responsabili del colore caratteristico sono i carotenoidi, in particolare la calendulina.
Per preparare un impacco per uso esterno si pestano foglie e fiori della pianta fresca, riducendoli in poltiglia; si applicano poi dirattamente su calli, geloni e scottature.
In genere, però, la calendola viene utilizzata per la preparazione di creme lenitive, tinture e unguenti, mentre l’impacco tal quale fa parte dell’utilizzo tradizionale.

Quando non si deve usare la calendula?

In caso di allergia a piante appartenenti alla famiglia delle Asteraceae, come radicchio, cicoria, tarassaco, indivia, carciofo, camomilla. Se ne sconsiglia l’utilizzo anche in gravidanza, allattamento e nei bambini. In ogni caso è sempre meglio evitare l’utilizzo di piante officinali, se non dietro consiglio di esperti.

Ci possono essere reazioni avverse?

Sì, in alcuni casi si può verificare una lieve sensibilizzazione della pelle.

 

Fonti: Presicce, Piante medicinali spontanee del Salento, Lupo editore, 2013

OMS, monografie di piante medicinali, volume 2, SIFIT 2004.

Fiorenzuoli, Fitoterapia, guida all’uso clinico delle piante medicinali, quarta edizione, edra masson, 2016

Mariangela Stasi

Mariangela Stasi

Sono una Biologa Nutrizionista, ma non solo. Sono laureata in Biotecnologie Mediche e Farmaceutiche e per diversi anni ho lavorato nella ricerca scientifica, conducendo esperimenti, approfondendo lo studio delle malattie oncologiche e neurodegenerative, contribuendo alla stesura di alcune pubblicazioni scientifiche. Prima di dedicarmi alla professione di nutrizionista, ho conseguito un Dottorato di Ricerca in Scienze Morfologiche Molecolari con uno studio su una malattia neurodegenerativa rara. Un valore aggiunto alla professione di nutrizionista l'ho ottenuto con il Master in Fitoterapia Applicata, che mi consente di associare alla dieta utili consigli. Del mondo della ricerca mi sono rimasti la curiosità e l’approccio “scientifico” al lavoro, la continua ricerca della verità. Non mi piace dire, scrivere o parlare di qualcosa se prima non ho ne verificato la veridicità scientifica. Amo il mio lavoro, amo l’arte, la scienza e tutto quello che ha a che fare con la biologia. Proprio per questo motivo mi piace sempre studiare per conoscere e per aggiornarmi, per essere sempre al passo con le novità che la scienza ci regala.

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