Camomilla: solo un rimedio della nonna?

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Il profumo di camomilla è un ricordo che si trascina nella mia mente da quando, da bambina, andavo in campagna con i miei nonni. L’aria era invasa da quell’odore dolce che rappresentava il passaggio dalla primavera e l’estate. Il mio passatempo, in quei giorni, era proprio raccogliere i fiorellini di camomilla, che mia nonna avrebbe sapientemente essiccato e conservato per le tisane della sera. È una tradizione che ho ripreso da adulta, fino a quest’anno, in cui questa strana epidemia ci sta bloccando nelle nostre case.

Sono diversi i consigli che mi sono stati tramandati dalla bocca dei parenti più anziani: la camomilla si usava per conciliare il sonno, per alleviare il mal di pancia, per ridurre le irritazioni agli occhi.

Ora, da adulta e amante della scienza, ho deciso di documentarmi, per capire quanto di vero ci fosse nei riti del passato ed eccomi qui a raccontarti quello che ho trovato.

Facciamo chiarezza!

Nella fitoterapia spesso si incappa in questo tranello: nella quotidianità utilizziamo un solo termine per definire un prodotto, ma le specie di piante sono diverse e diversi sono i loro contenuti in principi attivi. Quella che chiamiamo Camomilla, quindi, non è una sola.

Esistono due tipi di Camomilla: la Camomilla comune o Camomilla tedesca, che prende il nome scientifico di Matricaria chamomilla L. e la Camomilla romana (Anthemis nobilis). Le due specie differiscono in parte per l’aspetto, ma soprattutto per gli utilizzi.

Quella di cui parleremo oggi è la Camomilla comune, quella che si utilizza più facilmente.
Se ne utilizzano i fiori, bianchi e dall’odore caratteristico. È proprio nella parte gialla del fiore che risiede gran parte dei principi attivi, tra i quali troviamo un olio essenziale, flavonoidi e cumarine.

Se associ alla camomilla un sapore dolce, è solo perchè l’hai sempre consumata con lo zucchero: sebbene l’odore sia delicato, al palato risulta invece leggermente amara.

Quali sono le sue funzioni?

La Camomilla ha una funzione blandamente calmante e viene utilizzata per combattere l’irrequietezza e l’insonnia.

I flavonoidi contenuti nella Camomilla, infatti, hanno un’azione proprio sui recettori che vengono attivati dalle benzodiazepine, psicofarmaci utilizzati per il trattamento dell’ansia e dell’insonnia.

La presenza dell’dell’olio essenziale (che contiene alfa-bisabololo, l’avrai sicuramente letto nella composizione delle creme lenitive) e dei flavonoidi (tra cui prevalgono l’apigenina e la luteolina) è responsabile dell’azione antinfiammatoria della Camomilla sull’apparato digerente. Molti studi scientifici, infatti, hanno confermato l’utilizzo di questi fiori, quasi come farmaco, per la cura di molte affezioni del tratto digestivo, dalle gastriti alle coliti.

Vediamo più a fondo!

Gli estratti di camomilla hanno azione antinfiammatoria e cicatrizzante, che risulta utile in presenza di esofagite da reflusso. L’infuso di camomilla è utile per le difficoltà digestive, ma anche in caso di gastrite acuta. In questo caso è ancora meglio se si utilizza in forma di decotto, che ha una funzione antinfiammatoria, spasmolitica e cicatrizzante. La camomilla, quindi, è utile in caso di problemi gastrici, ma anche in presenza di gonfiore, flatulenza e dei disturbi femminili.

L’azione antinfiammatoria la rende utile anche per la cura locale di irritazioni della pelle, come screpolature, punture di insetti, mentre sciacqui e gargarismi con infuso di camomilla sono consigliati in caso di infezioni della bocca e delle gengive.

L’inalazione è utile in caso di irritazioni del tratto respiratorio dovute a raffreddore.

Altri usi legati alla tradizione popolare, al contrario, non sono stati confermati. Sebbene alcuni studi ne dimostrino le funzioni antibatteriche, infatti, non è ancora confermata da studi clinici la sua utilità come antibatterico e antivirale, nè si hanno dati che confermino l’utilità della Camomilla nel trattamento di diarrea, delle infezioni delle vie urinarie e per l’affaticamento degli occhi.

Attenzione! Al contrario, la Camomilla romana è sconsigliata in caso di gastriti acute e nell’ulcera peptica per l’elevato contenuto di principi amari!

 

Come puoi preparare il decotto?

Utilizza un cucchiaio da minestra di capolini di Camomilla in 150 ml di acqua a temperatura ambiente, porta a ebollizione, fai bollire per un minuto e lascia in infusione per 20-30 minuti in un recipiente coperto.
Si consiglia di utilizzare 3 tazze al giorno lontano dai pasti.

Chi non la deve utilizzare?

A parte i casi di ipersensibilità e allergia, la camomilla è ben tollerata. Ne si sconsiglia, quindi, l’uso in caso di allergia alle asteracee, alle erbe infestanti, ad astri e crisantemi.

Interferisce con i farmaci?

Potrebbe interferire con anticoagulanti come il warfarin.

Sembrerebbe che la camomilla abbia davvero molti effetti e benefici e pochissime controindicazioni!

Un motivo in più per concederci un infuso di camomilla al bisogno!

 

Mariangela Stasi

Mariangela Stasi

Sono una Biologa Nutrizionista, ma non solo. Sono laureata in Biotecnologie Mediche e Farmaceutiche e per diversi anni ho lavorato nella ricerca scientifica, conducendo esperimenti, approfondendo lo studio delle malattie oncologiche e neurodegenerative, contribuendo alla stesura di alcune pubblicazioni scientifiche. Prima di dedicarmi alla professione di nutrizionista, ho conseguito un Dottorato di Ricerca in Scienze Morfologiche Molecolari con uno studio su una malattia neurodegenerativa rara. Un valore aggiunto alla professione di nutrizionista l'ho ottenuto con il Master in Fitoterapia Applicata, che mi consente di associare alla dieta utili consigli. Del mondo della ricerca mi sono rimasti la curiosità e l’approccio “scientifico” al lavoro, la continua ricerca della verità. Non mi piace dire, scrivere o parlare di qualcosa se prima non ho ne verificato la veridicità scientifica. Amo il mio lavoro, amo l’arte, la scienza e tutto quello che ha a che fare con la biologia. Proprio per questo motivo mi piace sempre studiare per conoscere e per aggiornarmi, per essere sempre al passo con le novità che la scienza ci regala.

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