CIBO “SPAZZATURA”, OBESITÀ E CANCRO: UN RISCHIO PER GLI ADOLESCENTI?

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L’obesità è un problema ormai dilagante nella popolazione mondiale e, quel che è peggio, il numero di casi di bambini e adolescenti obesi è sempre in crescita.

La causa principale di questa tendenza in aumento è il cibo cosiddetto “spazzatura”.
Per l’enorme contenuto in grassi saturi e zuccheri, questo genere di alimenti induce facilmente l’aumento di peso.
In particolare gli zuccheri semplici, presenti spesso in quantità elevata, e l’alto indice glicemico di questi cibi favoriscono la conversione dei carboidrati in grassi; l’eccessivo contenuto in calorie e la scarsa presenza di fibre, poi, fa sì che si superi facilmente il fabbisogno giornaliero, sentendosi sempre e comunque poco sazi.
Per l’elevato contenuto in zucchero e sodio, inoltre, questi cibi creano dipendenza, inducendo una continua richiesta, soprattutto da parte dei bambini.

Purtroppo spesso anche per i genitori questi cibi possono rappresentare una soluzione rapida e, nella vita frenetica di oggi, diventano una soluzione alternativa ai pasti. Tutto questo a scapito della salute e della forma fisica.

Consumare cibi di scarsa qualità è sempre una cattiva abitudine, ma è anche vero che il consumo saltuario ha conseguenze sicuramente meno gravi per il corpo rispetto a quelle che possono essere associate a un utilizzo quotidiano.

Qualche tempo fa uno studio tedesco ha dimostrato che mangiare cibo spazzatura è come un’infezione per il nostro corpo. In seguito al consumo, infatti, si innescano processi infiammatori di cui resta memoria nell’organismo anche dopo mesi di alimentazione corretta.
Consumare frequentemente alimenti dannosi aumenta notevolmente il rischio di moltissime malattie, da quelle cardiovascolari a quelle autoimmuni o neurodegenerative, e rappresenta la principale causa di obesità.

Molti studi hanno confermato come l’eccesso di peso corporeo sia un fattore di rischio per almeno 12 tipi diversi di cancro ed è, insieme al fumo, uno dei comportamenti più pericolosi, ma anche quello su cui possiamo agire in maniera diretta. La modifica dello stile di vita, infatti, riduce molto il pericolo di sviluppare malattie. Proprio qualche giorno fa è stata pubblicata sulla prestigiosa rivista scientifica Lancet Diabetes Endocrinology una ricerca svolta su adolescenti israeliani, che cerca di spiegare, dati alla mano, quanto incide il peso corporeo in età adolescenziale sul rischio di sviluppare un tumore e sul tasso di mortalità per questo genere di malattie.
Lo studio ha coinvolto più di 2 milioni di studenti israeliani tra i 16 e i 19 anni, a partire dagli anni ’60. Tutti i dati sanitari, compresi peso e altezza, sono stati monitorati negli anni. Quello che emerge da questo lavoro è che il rischio di cancro e di mortalità correlata è maggiore per quei soggetti che erano obesi durante l’adolescenza. Si tratta di un dato allarmante, soprattutto se pensiamo che l’obesità in età infantile è in continuo aumento.

Quale messaggio ci lascia questo studio?

Sicuramente che la prevenzione è l’arma più forte che abbiamo per ridurre il rischio di cancro.

Agire sulle cattive abitudini dei bambini, spingere al movimento sono solo alcune delle strategie che possiamo mettere in pratica sin da subito.

Cerchiamo allora di spingere i bambini a mangiare meglio, a muoversi di più e a evitare la sedentarietà.

Saranno adulti più consapevoli e, se anche oggi fanno qualche capriccio, con molta probabilità, in futuro, ci ringrazieranno!

 

 

Fonte:

Furer A, Afek A, Sommer A, Keinan-Boker L, Derazne E, Levi Z, Tzur D, Tiosano S, Shina A, Glick Y, Kark JD, Tirosh A, Twig G. Adolescent obesity and midlife cancer risk: a population-based cohort study of 2·3 million adolescents in Israel. Lancet Diabetes Endocrinol. 2020 Feb 3.



                         
Mariangela Stasi

Mariangela Stasi

Sono una Biologa Nutrizionista, ma non solo. Sono laureata in Biotecnologie Mediche e Farmaceutiche e per diversi anni ho lavorato nella ricerca scientifica, conducendo esperimenti, approfondendo lo studio delle malattie oncologiche e neurodegenerative, contribuendo alla stesura di alcune pubblicazioni scientifiche. Prima di dedicarmi alla professione di nutrizionista, ho conseguito un Dottorato di Ricerca in Scienze Morfologiche Molecolari con uno studio su una malattia neurodegenerativa rara. Un valore aggiunto alla professione di nutrizionista l'ho ottenuto con il Master in Fitoterapia Applicata, che mi consente di associare alla dieta utili consigli. Del mondo della ricerca mi sono rimasti la curiosità e l’approccio “scientifico” al lavoro, la continua ricerca della verità. Non mi piace dire, scrivere o parlare di qualcosa se prima non ho ne verificato la veridicità scientifica. Amo il mio lavoro, amo l’arte, la scienza e tutto quello che ha a che fare con la biologia. Proprio per questo motivo mi piace sempre studiare per conoscere e per aggiornarmi, per essere sempre al passo con le novità che la scienza ci regala.

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