Vitamina K: emorragie, salute del cuore e delle ossa

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Oggi ti racconto di una vitamina di cui si sente parlare sempre troppo poco: la vitamina K!
Negli alimenti si può trovare in due forme diverse: la vitamina K1 e la vitamina K2.

Che ruolo ha questa vitamina?

Il ruolo nella coagulazione del sangue

Il suo ruolo principale è quello di aiutare la formazione di proteine coinvolte nel processo di coagulazione del sangue (i fattori di coagulazione II, VII, IX, X). Ecco perchè la vitamina K è così importante: svolge un ruolo centrale nel nostro organismo.

Di cosa stiamo parlando?

Quante volte ti sarai tagliato?! Bene, ogni volta il tuo sangue è in grado di rispondere al danno e formare subito un coagulo che, insieme alle piastrine, chiude la ferita, impedendo il dissanguamento.
La vitamina K, che come abbiamo visto favorisce la produzione dei fattori di coagulazione necessari, aiuta questo processo.

Vitamina K e tessuto osseo

Questa vitamina contribuisce anche al metabolismo osseo: bassi livelli plasmatici di vitamina K sono associati a un aumentato rischio di fratture ossee, mentre meno certo è il suo ruolo nella prevenzione dell’osteoporosi.

Vitamina K, malattie cardiovascolari e diabete

Un’adeguata assunzione di vitamina K consente di prevenire malattie cardiovascolari, in particolare l’aterosclerosi. Diversi studi, infatti, hanno dimostrato che chi assume più vitamina K attraverso l’alimentazione  ha un minor rischio di calcificazione delle coronarie. Alcuni studi, inoltre, hanno suggerito che questa vitamina sia coinvolta anche nella prevenzione del diabete. Sembra infatti che la supplementazione in via sperimentale di questa vitamina rallenti la progressione dell’insulino-resistenza. I livelli plasmatici di vitamina K1, infine, sono inversamente proporzionali ad alcuni parametri legati all’infiammazione: insomma, secondo alcuni studi maggiore è la sua concentrazione nel sangue, minore è il livello di infiammazione.

Altri ruoli

Studi in vitro, infine, suggeriscono un ruolo della vitamina anche sul sistema nervoso e nella fibrosi cistica.

Dove si trova la vitamina K?

Gli alimenti più ricchi sono le verdure e gli ortaggi, che, se consumati in modo adeguato, coprono l’83% del fabbisogno. I più ricchi di vitamina K sono gli ortaggi a foglia verde, come broccoli, lattuga, spinaci. Anche gli oli vegetali contengono buone dosi di questa vitamina. A basse dosi si trova poi nelle uova, nel burro e in alcuni formaggi.

Come si manifesta la carenza di vitamina K?

Come anticipato, la vitamina K è presente in molti cibi, il nostro corpo, inoltre, è in grado di rigenerarla nell’intestino. Per questo la carenza di vitamina K è davvero rara.

Una grave carenza di questa vitamina porta a una maggiore tendenza a sviluppare emorragie. A rischiare di più sono i pazienti in trattamento prolungato con antibiotici o anticoagulanti, e, in misura minore, chi ha problemi di malassorbimento lipidico, patologie intestinali (ad esempio celiachia e morbo di Chron) e patologie epatiche.  Un maggiore rischio di carenza lo hanno invece i neonati, in quanto per i primi periodi di vita hanno un intestino sterile, che non è in grado di rigenerare la vitamina K in maniera adeguata. Per questo motivo negli ultimi anni la Società Italiana di Neonatologia raccomanda la somministrazione di vitamina K alla nascita e nelle prime settimane di vita. Carenze meno gravi sono state riscontrate infine negli anziani che hanno problemi di fragilità ossea, malattie cardiovascolari o malattie renali croniche.

Vitamina K e farmaci

La vitamina K inverte l’azione di farmaci anticoagulanti come il warfarin. Supplementi di questa vitamina possono quindi modificarne l’azione.

 

 

Fonte: LARN, IV revisione, 2016

Mariangela Stasi

Mariangela Stasi

Sono una Biologa Nutrizionista, ma non solo. Sono laureata in Biotecnologie Mediche e Farmaceutiche e per diversi anni ho lavorato nella ricerca scientifica, conducendo esperimenti, approfondendo lo studio delle malattie oncologiche e neurodegenerative, contribuendo alla stesura di alcune pubblicazioni scientifiche. Prima di dedicarmi alla professione di nutrizionista, ho conseguito un Dottorato di Ricerca in Scienze Morfologiche Molecolari con uno studio su una malattia neurodegenerativa rara. Un valore aggiunto alla professione di nutrizionista l'ho ottenuto con il Master in Fitoterapia Applicata, che mi consente di associare alla dieta utili consigli. Del mondo della ricerca mi sono rimasti la curiosità e l’approccio “scientifico” al lavoro, la continua ricerca della verità. Non mi piace dire, scrivere o parlare di qualcosa se prima non ho ne verificato la veridicità scientifica. Amo il mio lavoro, amo l’arte, la scienza e tutto quello che ha a che fare con la biologia. Proprio per questo motivo mi piace sempre studiare per conoscere e per aggiornarmi, per essere sempre al passo con le novità che la scienza ci regala.

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