UN’INDIGESTIONE… DA FARAONE!

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Già, a quanto pare l’obesità esisteva già ai tempi degli antichi Egizi!

Anche loro amavano mangiare e ne pagavano le conseguenze.
Sono diverse le statue che raffigurano musicisti, scribi e sovrani in eccesso di peso!

Il grasso all’epoca era segno di ricchezza, solo chi aveva grandi possibilità economiche si poteva permettere di ingrassare!
Talvolta, però, l’alimentazione scorretta era causa di diversi fastidi, che stava poi ai medici dell’epoca trattare con i giusti rimedi.
Stipsi, calcoli renali, gotta e indigestione, appunto.

Le cause dell’indigestione potevano essere diverse: lavorare sotto il sole subito dopo aver mangiato, ma anche e soprattutto obesità ed eccesso di cibo.

Eppure, a quanto ci dicono gli antichi papiri, anche gli Egizi sapevano che non bisogna esagerare con il cibo! Molti riportano frasi che consigliano di non mangiare troppo per evitare le fastidiose conseguenze!
Ecco, quindi, che si leggono esortazioni come: “Non ti abbuffare di cibo: chi lo fa avrà la vita abbreviata”, oppure “E’ gran lode dell’uomo saggio contenersi nel mangiare”, o ancora “E’ meglio stentare dalla fame che morire d’indigestione”.

Il Papiro Insinger, risalente al periodo tolemaico (intorno al 300 d.C.), spiega chiaramente quali sono i problemi che derivano da una dieta e uno stile di vita poco salutari: parla di postumi di una sbornia e obesità. Indicazioni di ogni tipo, che  vedono le verdure come il miglior cibo al mondo, suggeriscono che mangiare troppo pane faccia ammalare.

Generalmente per la cura dell’indigestione venivano utilizzati stratagemmi sia in cucina, sia in ambito medico.
Cibi come aglio e cipolla, noti già allora per le proprietà diuretiche o antinfiammatorie, erano prepotentemente presenti nell’alimentazione degli Egizi. I piatti, inoltre, erano preparati in modo da prevenire le conseguenze delle abbuffate: i piatti spesso venivano insaporiti con il cumino, spezia indigena dell’Egitto, il cui scopo era soprattutto favorire la digestione e contrastare la flatulenza. Per contrastare la stipsi che spesso seguiva  i pasti troppo abbondanti, veniva utilizzata la carruba, che aveva una funzione lassativa; la liquirizia, invece, poteva aiutare ad alleviare i fastidi a fegato e pancreas.

Ma quali erano gli alimenti più consumati? Cosa causava le loro abbuffate?

Soprattutto pane e birra! Erano questi gli alimenti più utilizzati e anche più offerti ai defunti!
Tra i cereali più presenti in cucina sicuramente si elencano farro, frumento e orzo, che venivano ridotti a farina dalle donne e impastati, ma… senza lievito! Per quanto possa sembrare paradossale, infatti, il lievito non era conosciuto all’epoca e per far crescere il pane si utilizzava l’avanzo dell’impasto del giorno precedente (praticamente gli Egizi usavano il lievito madre senza saperlo!).
Eppure il processo di fermentazione era loro noto: per preparare la birra, infatti, utilizzavano i pani di orzo non del tutto cotti, che venivano imbevuti con liquore di datteri e lasciati fermentare.

Olio, frutta, verdura, ortaggi, legumi, uova e pesce erano parte dell’alimentazione egizia, ma anche tuberi e rizomi erano consumati, sia lessi sia arrostiti.

I contadini mangiavano spesso pane insaporito con cipolle, aglio e frutta, ma anche pesce conservato e animali da cortile. La cena spesso consisteva in una polenta di orzo, ma anche fichi secchi e, quando possibile, pane addolcito con latte o miele. Il pesce era più comune della carne, in quanto il Nilo consentiva facilmente di procurarselo. Veniva spesso conservato sotto sale
I costruttori di piramidi erano ben alimentati, in quanto preziosa forza lavoro e spesso veniva data loro carne di manzo e tutto quanto potesse essere necessario per sopportare la fatica di un lavoro così duro.

E i più ricchi?

Dai ritrovamenti nelle tombe egizie sembra che i più ricchi si alimentassero con cibi più elaborati e ricercati, come piccione stufato, carne bovina, rognone, frutta, fichi secchi, birra e vino. Nonostante consumassero anche il pesce, i più abbienti potevano permettersi la carne anche quotidianamente; generalmente la preferivano lessata piuttosto che arrostita: in questo modo poteva essere utilizzata anche per la preparazione di saporiti pasticci.

 

 

Fonti:   Health and medicine in ancient Egypt : magic and science Veiga, Paula Alexandra da Silva. Oxford, Archaeopress, 2009.

https://www.beniculturali.it/mibac/multimedia/MiBAC/minisiti/alimentazione/sezioni/origini/articoli/egitto.html

Signore G., Storia delle abitudini alimentari: dalla preistoria ai fast food, Tecniche nuove, 2010

Mariangela Stasi

Mariangela Stasi

Sono una Biologa Nutrizionista, ma non solo. Sono laureata in Biotecnologie Mediche e Farmaceutiche e per diversi anni ho lavorato nella ricerca scientifica, conducendo esperimenti, approfondendo lo studio delle malattie oncologiche e neurodegenerative, contribuendo alla stesura di alcune pubblicazioni scientifiche. Prima di dedicarmi alla professione di nutrizionista, ho conseguito un Dottorato di Ricerca in Scienze Morfologiche Molecolari con uno studio su una malattia neurodegenerativa rara. Un valore aggiunto alla professione di nutrizionista l'ho ottenuto con il Master in Fitoterapia Applicata, che mi consente di associare alla dieta utili consigli. Del mondo della ricerca mi sono rimasti la curiosità e l’approccio “scientifico” al lavoro, la continua ricerca della verità. Non mi piace dire, scrivere o parlare di qualcosa se prima non ho ne verificato la veridicità scientifica. Amo il mio lavoro, amo l’arte, la scienza e tutto quello che ha a che fare con la biologia. Proprio per questo motivo mi piace sempre studiare per conoscere e per aggiornarmi, per essere sempre al passo con le novità che la scienza ci regala.

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