LA VITAMINA DEI MARINAI

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Se ne è parlato tanto, le si sono attribuite funzioni che di fatto non sempre le appartengono, ma cosa c’è di vero? La vitamina C che ruolo ha nella nostra alimentazione?

La storia della vitamina C inizia all’epoca degli esploratori, nel 1497, quando Vasco de Gama è in viaggio per doppiare Capo di Buona Speranza. 160 marinai morirono in quel viaggio per una malattia sconosciuta, che mostrava sintomi a dir poco impressionanti: gengive sanguinanti, perdita dei denti, stanchezza e debolezza. Qualche decennio dopo la stessa sorte tocca agli uomini di Magellano. La malattia dei marinai dilaga senza una spiegazione, gli equipaggi sono ormai decimati da un morbo che prende il nome di scorbuto. Quando l’esploratore francese Jaques Cartier giunge con i suoi uomini ammalati a Stadacona, sono gli indiani del luogo, gli iroquiani di Dannacona, a salvare molte vite. Il merito è delle foglie di una pianta usata da tempo nella medicina indiana, si chiama “Annedda”.

Per molto tempo si è creduta l’Annedda l’unica cura per lo scorbuto, fino a quando ricerche successive dimostrano che questa pianta è in grado di curare per un semplice motivo: è ricca di vitamina C.

Nel tempo saranno molti gli studi che confermeranno il ruolo della vitamina e moltissime le raccomandazioni agli equipaggi di consumare alimenti freschi, succo di arancia e di limone.

Quali sono le sue funzioni, perchè è così importante?

Svolge tantissime funzioni nel nostro organismo! Prima tra tutte quella che spiega il perchè dello scorbuto: la vitamina C aiuta la sintesi di collagene, il principale componente del tessuto connettivo: vale a dire che è fondamentale per la salute di ossa, cartilagini e tessuto connettivo stesso. Ecco perchè lo scorbuto si manifesta con sintomi così evidenti.

La vitamina C, inoltre, contribuisce alla produzione di carnitina e noradrenalina, fondamentali per l’energia del nostro corpo!

Altra funzione della vitamina C è di fungere da antiossidante: consente di contrastare gli effetti legati ai radicali liberi, nell’apparato digerente impedisce la trasformazione degli alimenti in composti cancerogeni.

Alla vitamina C si deve l’assorbimento di quella parte di ferro contenuta negli alimenti che non è facilmente assimilabile (ecco perchè si consiglia di mettere il limone su alcuni alimenti!).

In quali alimenti posso trovare la vitamina C?

Si trova in tutta la frutta e la verdura fresca, ma gli alimenti più ricchi sono sicuramente peperoni, kiwi, agrumi, cicoria di campo, rughetta. Viene, inoltre, aggiunta come agente antiossidante e conservante in molti prodotti.

Ma quanta se ne assume veramente?

Una parte si perde sempre, purtroppo, durante i processi di conservazione dopo la raccolta, mentre la cottura porta ad una riduzione di oltre il 56% della vitamina disponibile. L’esposizione ad aria e luce riduce notevolmente il contenuto di vitamina C negli alimenti.

Come posso aumentarne l’assorbimento?

Scegliendo una cottura adeguata: rapida, in poca acqua e con un recipiente chiuso. Il trucco principale, però, è quello di lasciare i cibi il meno possibile esposti ad aria e luce: se vogliamo gustare una spremuta di agrumi, beviamola entro i 5 minuti dalla preparazione!

Serve integrare la vitamina C?

Quasi mai, nei soggetti sani con un’alimentazione corretta, ricca di frutta e verdura, l’integrazione di vitamina C non serve!

La credenza che l’integrazione possa ridurre le infezioni virali è un retaggio del passato, ma non ci sono studi che dimostrino la sua utilità nel prevenire i problemi respiratori. L’assunzione raccomandata di frutta e verdura è già sufficiente per aiutare il sistema immunitario.

La vitamina C può essere tossica?

Dosi elevate di vitamina C possono causare disturbi gastrointestinali, diarrea, produzione di calcoli renali, aumento di danni al DNA, problemi nel metabolismo del ferro. Questi fenomeni, però, si manifestano solo se si supera la dose giornaliera di 1 grammo. La tossicità, quindi, si manifesta solo a seguito di integrazioni eccessive, mentre un’alimentazione equilibrata consente di raggiungerne livelli che possono avere solo effetti benefici!

Fonte: LARN, SINU 2014

 

Mariangela Stasi

Mariangela Stasi

Sono una Biologa Nutrizionista, ma non solo. Sono laureata in Biotecnologie Mediche e Farmaceutiche e per diversi anni ho lavorato nella ricerca scientifica, conducendo esperimenti, approfondendo lo studio delle malattie oncologiche e neurodegenerative, contribuendo alla stesura di alcune pubblicazioni scientifiche. Prima di dedicarmi alla professione di nutrizionista, ho conseguito un Dottorato di Ricerca in Scienze Morfologiche Molecolari con uno studio su una malattia neurodegenerativa rara. Un valore aggiunto alla professione di nutrizionista l'ho ottenuto con il Master in Fitoterapia Applicata, che mi consente di associare alla dieta utili consigli. Del mondo della ricerca mi sono rimasti la curiosità e l’approccio “scientifico” al lavoro, la continua ricerca della verità. Non mi piace dire, scrivere o parlare di qualcosa se prima non ho ne verificato la veridicità scientifica. Amo il mio lavoro, amo l’arte, la scienza e tutto quello che ha a che fare con la biologia. Proprio per questo motivo mi piace sempre studiare per conoscere e per aggiornarmi, per essere sempre al passo con le novità che la scienza ci regala.

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