La Malva, panacea di tutti i mali

Senza titolo-1 copia

Chi mi conosce sa che a questa pianta sono molto affezionata!

L’anno scorso, con il progetto LEAF, ho preparato spesso decotti di Malva da portare ai miei incontri e tutti i bambini presenti ricordano ancora gli esperimenti dell’infuso di malva che cambiava colore!

Ma cosa ha di speciale questa pianta?

Appartiene alla famiglia delle Malvaceae. Anche in questo caso, come spesso accade, distinguiamo due tipi di Malva: la Malva sylvestris L. e la Malva officinalis L., chiamata più comunemente Altea. Benchè sia molto più documentato l’uso dell’Altea, oggi parleremo della Malva Sylvestris, che si trova molto facilmente anche nei campi.

Il nome “Malva” pare che derivi dal latino “mollio“, che vuol dire ammorbidire. La Malva, infatti, in passato veniva utilizzata per le sue proprietà emollienti, tanto che Carlo Magno decise di farla coltivare in tutte le terre nel suo impero.

In passato la Malva veniva definita “omnimorbia”, in quanto si riteneva che la Malva fosse la cura di tutti i mali.

La Scuola Salernitana, centro della cultura medica in epoca medievale, nell’ XI secolo della Malva diceva così:

Un modo piuttosto eccentrico di descrivere questa pianta. Ma fa comprendere quanto il suo potere terapeutico fosse già noto.

Ma cosa ci dice la scienza oggi?

La Malva sylvestris ha un’importante attività antinfiammatoria, che la rende utilissima per l’apparato respiratorio. Responsabili di questo effetto sono le mucillagini, gli antocianosidi e i flavonoidi. Gargarismi e sciacqui sono utili anche per curare le infiammazioni del cavo orale, come le gengiviti. Le mucillagini contenute nella malva sono una sorta di gel che forma una specie di barriera protettiva sulle mucose. Ecco perchè la Malva agisce a più livelli: vie respiratorie, cavo orale e apparato digerente.

Puoi fare un piccolo esperimento in casa, una piccola prova empirica di come sono fatte le mucillagini: prendi 2 cucchiai di Malva essiccata e mettili in acqua fredda. Lasciali in frigo per almeno 5 ore. Passato questo tempo, solleva con un cucchiaino il composto: vedrai che l’acqua è diventata viscosa! Tutto merito delle mucillagini!

Sempre le mucillagini, insieme ad altri composti, rendono la malva anche un blando lassativo, come ci ha ricordato, in maniera molto colorita, la Scuola Salernitana.

Diversi studi hanno dimostrato che la Malva ha attività antimicrobica verso diversi tipi di batteri, tra cui lo Staphylococcus aureus, ma anche attività analgesica, riducendo diversi tipi di dolori.

La malva ha proprietà antiossidanti, combatte i radicali liberi. Responsabili di questa azione sono diverse molecole, tra cui anche malvina e malvidina, due antociani responsabili della colorazione blu-viola del fiore.
Alcuni studi in vitro, poi, hanno mostrato un’importante attività antiproliferativa della Malva, utile per la prevenzione dei tumori.

La malva, inoltre, svolge un’importante funzione sulla pelle: ne favorisce l’integrità e ne riduce le irritazioni. Estratti di Malva, infatti, sono presenti in diverse creme e prodotti cosmetici.

Come si prepara l’infuso di malva?

Con foglie e fiori al 3% o in macerato al freddo al 5% con le radici sminuzzate.

Quali precauzioni si devono utilizzare?

La Malva potrebbe ridurre l’assorbimento di alcuni farmaci, se somministrati contemporaneamente.

 

 

Fonti:

  1. Traduzione: Raccolta di testi per la storia della gastronomia digitalizzati e restaurati da Edoardo Mori, 2018. Regimen sanitatis salernitanum, Sec. XI, testo latino originale con traduzione in versi italiana del Cav. Magenta.
  2. Firenzuoli, Fitoterapia-guida all’uso clinico delle piante medicinali
  3. Gasparetto JC, Martins CA, Hayashi SS, Otuky MF, Pontarolo R. Ethnobotanical and scientific aspects of Malva sylvestris L.: a millennial herbal medicine. J Pharm Pharmacol. 2012 Feb;64(2):172-89.
Mariangela Stasi

Mariangela Stasi

Sono una Biologa Nutrizionista, ma non solo. Sono laureata in Biotecnologie Mediche e Farmaceutiche e per diversi anni ho lavorato nella ricerca scientifica, conducendo esperimenti, approfondendo lo studio delle malattie oncologiche e neurodegenerative, contribuendo alla stesura di alcune pubblicazioni scientifiche. Prima di dedicarmi alla professione di nutrizionista, ho conseguito un Dottorato di Ricerca in Scienze Morfologiche Molecolari con uno studio su una malattia neurodegenerativa rara. Un valore aggiunto alla professione di nutrizionista l'ho ottenuto con il Master in Fitoterapia Applicata, che mi consente di associare alla dieta utili consigli. Del mondo della ricerca mi sono rimasti la curiosità e l’approccio “scientifico” al lavoro, la continua ricerca della verità. Non mi piace dire, scrivere o parlare di qualcosa se prima non ho ne verificato la veridicità scientifica. Amo il mio lavoro, amo l’arte, la scienza e tutto quello che ha a che fare con la biologia. Proprio per questo motivo mi piace sempre studiare per conoscere e per aggiornarmi, per essere sempre al passo con le novità che la scienza ci regala.

Leave a Comment

Your email address will not be published.