I “miracoli” del digiuno: moda o realtà?

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Una delle ultime tendenze in fatto di dieta è quella del digiuno.
Già, sembra quasi una contraddizione in termini, ma non lo è, almeno se parliamo di digiuno per come viene inteso in ambito scientifico.

Cerchiamo di capire qualcosa in più.
Se ci pensiamo bene, il digiuno è una pratica che esiste forse da quando esiste l’uomo. Il corpo umano si è evoluto durante i periodi di carestia per riuscire a sopravvivere alla quasi assenza del cibo  ed è proprio grazie a questo che ora siamo in grado di mettere in atto meccanismi “alternativi” quando priviamo il nostro organismo del cibo.
Ma in merito al digiuno c’è molto di più: esiste quasi in ogni cultura religiosa, da quella dell’antica Grecia a quella cattolica, passando attraverso le religioni orientali e lo sciamanesimo. Il digiuno ha sempre avuto un valore quasi spirituale, “purificatore”, di avvicinamento al divino o al sé per mezzo dell’elevazione mentale. Al giorno d’oggi molto di tutto questo è andato perduto, completamente sommerso da una società occidentale che guarda più all’estetica che all’etica e purtroppo quanto è rimasto non è altro che l’ombra delle antiche filosofie, spesso una moda, che come tutte le altre è destinata a sparire al pari di una meteora

A questo punto, quindi, bisogna porsi una domanda, o forse anche più di una: vale la pena cavalcare questa moda e fare del digiuno una filosofia di vita?
La risposta non può che prescindere da altre due domande.
In termini scientifici quanto valore ha il digiuno? A cosa serve veramente e in quali ambiti e in che modi può essere praticato?

Sarebbe meglio, forse, partire da ciò che il digiuno non è o almeno non deve essere.

Digiuno innanzitutto NON significa smettere di mangiare e sperare in un miracoloso e rapido dimagrimento che allontanerà da noi ogni altra fatica.
Digiuno NON è compensazione; mai, quindi, credere di rimediare a un periodo di eccessi con una bella giornata di digiuno, che ci potrà portare soltanto a mangiare il triplo al primo pasto utile.

Pensare, quindi, che un solo giorno di digiuno faccia di noi degli esseri meravigliosamente perfetti è quanto di più lontano possa esistere dalla realtà. Nessun effetto benefico, che si voglia intendere in termini di dimagrimento o in termini salutistici, si può ottenere in un solo giorno e questo, per quanto possa sembrare ovvio, è sempre bene precisarlo.
Purtroppo nella società moderna siamo disposti a qualsiasi sacrificio, tranne che a quello che può davvero farci del bene: la prevenzione, la cura del corpo e della mente, che può passare solo attraverso un cambiamento dello stile di vita.

A questo punto, prima di andare avanti è necessaria un’importante precisazione: il digiuno di uno o più giorni può anche far bene, ma solo se praticato nel modo giusto e attraverso la guida di un esperto; è bene mettere in chiaro, quindi, che non si può pensare di attuare scelte così radicali in autonomia, perché possono facilmente trasformarsi in seri pericoli per la salute.

Ma veniamo al cuore della questione. Cos’è il digiuno e in cosa consiste?

Scientificamente parlando esistono diversi tipi di digiuno: il digiuno terapeutico e il digiuno totale. Nel primo caso si tratta di un’alternanza di periodi di digiuno totale o di importante restrizione calorica, alternati a periodi di normale alimentazione; nel secondo caso, invece, si sceglie di restare in completa astinenza dal cibo per mezza giornata, un giorno o più giorni.
L’astinenza dal cibo o l’assunzione di un’esigua quantità di calorie per 12 ore o per interi giorni ha il vantaggio di facilitare la mobilizzazione del grasso, che verrà utilizzato come riserva energetica per attivare la produzione di corpi chetonici. Questo meccanismo sembra essere in grado di facilitare il dimagrimento, rallentare i processi biologici alla base dell’invecchiamento e prevenire il declino cognitivo.
Addirittura alcuni studi scientifici parlano di digiuno intermittente come protocollo terapeutico da mettere in pratica in particolari patologie.

Ma perché il digiuno ha questi grandi “poteri”? Cosa accade a livello cellulare?
L’attivazione della chetosi potrebbe favorire la formazione di nuovi mitocondri (le centrali energetiche delle cellule), che andrebbero a sostituire quelli danneggiati, recuperando le funzioni vitali delle cellule stesse. Il digiuno, inoltre, sarebbe in grado di aggiustare i danni indotti dai radicali liberi, aumentando la produzione di antiossidanti da parte del corpo, favorendo la riparazione del DNA, l’eliminazione delle cellule danneggiate: insomma, una vera e propria “pulizia”, che consente di eliminare ciò che non è funzionale e recuperare ciò che serve, ritardando, così l’invecchiamento cellulare.

Tra i tanti protocolli di digiuno terapeutico ne esiste uno molto in voga, quello pensato dal Prof. Valter Longo e dal suo team di ricerca, denominato dagli stessi autori “dieta mima-digiuno”. Si tratta di una restrizione calorica controllata e periodica che migliora i sintomi di diverse patologie e i cui benefici sono oggetto di numerosi studi scientifici.

A fronte di tanti vantaggi, però, bisogna sottolineare che dedicarsi al digiuno vuol dire aver già scelto di mettere in pratica uno stile di vita sano, equilibrato e consapevole, in cui questa scelta deve rappresentare solo una breve fase di passaggio. In poche parole: non possiamo pensare di ritornare a mangiare lasagna, patatine fritte e merendine il giorno dopo, né possiamo credere di utilizzare il digiuno come rimedio contro le grandi abbuffate. Come dicevo prima, il digiuno, che sia totale o intermittente, è filosofia di vita, una scelta che non può essere improvvisata o fatta senza un criterio scientifico razionale.
I rischi dell’improvvisazione sono numerosi e seri, possono includere carenze vitaminiche o di minerali, ma anche danni più importanti. Il reinserimento degli alimenti dopo un periodo di digiuno deve essere messo in atto con estrema competenza e rigore scientifico, per evitare di sovraccaricare gli organi dopo un periodo di riposo. Va specificato, inoltre, che il digiuno non deve essere mai alternato a grandi abbuffate, pena seri rischi per la salute; ma non è ancora tutto: il digiuno non è una scelta adatta a tutti. Ci sono alcuni casi in cui è davvero controindicato, ad esempio nei grandi obesi, in persone con disturbi del comportamento alimentare, in chi non riesce a controllare gli impulsi verso il cibo.

In conclusione? Il digiuno è un’arma estremamente efficace, ma anche molto affilata, bisogna davvero fare molta attenzione quando si sceglie di praticarlo.

Mariangela Stasi

Mariangela Stasi

Sono una Biologa Nutrizionista, ma non solo. Sono laureata in Biotecnologie Mediche e Farmaceutiche e per diversi anni ho lavorato nella ricerca scientifica, conducendo esperimenti, approfondendo lo studio delle malattie oncologiche e neurodegenerative, contribuendo alla stesura di alcune pubblicazioni scientifiche. Prima di dedicarmi alla professione di nutrizionista, ho conseguito un Dottorato di Ricerca in Scienze Morfologiche Molecolari con uno studio su una malattia neurodegenerativa rara. Un valore aggiunto alla professione di nutrizionista l'ho ottenuto con il Master in Fitoterapia Applicata, che mi consente di associare alla dieta utili consigli. Del mondo della ricerca mi sono rimasti la curiosità e l’approccio “scientifico” al lavoro, la continua ricerca della verità. Non mi piace dire, scrivere o parlare di qualcosa se prima non ho ne verificato la veridicità scientifica. Amo il mio lavoro, amo l’arte, la scienza e tutto quello che ha a che fare con la biologia. Proprio per questo motivo mi piace sempre studiare per conoscere e per aggiornarmi, per essere sempre al passo con le novità che la scienza ci regala.

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