Dieta Green-Med, “la dieta che riduce il grasso sulla pancia”

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Così è stata definito questo nuovo approccio alimentare: “la dieta che riduce il grasso sulla pancia”. Si tratta di una semplice trovata pubblicitaria o ha delle basi reali?

Partiamo dal principio: che cos’è la dieta Green-Med e da dove viene fuori?
Stiamo parlando di uno stile alimentare proposto da un recentissimo studio pubblicato sulla rivista scientifica Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism.
Il lavoro si basa su un principio scientifico già noto: bassi livelli del cosiddetto “ormone della fame”, la grelina, sono associati a obesità e sindrome metabolica. Lo studio ha dimostrato che livelli più elevati di questo ormone possono contrastare l’aumento del fastidioso grasso viscerale (quello che si accumula sulla pancia, vicino agli organi, per capirci) e migliorare la sensibilità all’insulina.

Cerchiamo di capire qualcosa in più. La grelina è un ormone che viene prodotto dal corpo per stimolare l’appetito. I suoi livelli, quindi, aumentano quando si è a digiuno e diminuiscono subito dopo un pasto. Secondo questo nuovo studio quindi un aumento di grelina durante il digiuno potrebbe favorire la perdita di grasso addominale.

Lo studio. Durato 18 mesi, ha coinvolto 294 partecipanti, tutti soggetti con obesità addominale, che sono stati divisi in 3 gruppi: un primo gruppo doveva seguire delle semplici linee guida per una sana alimentazione, il secondo gruppo era sottoposto ad una classica dieta mediterranea e il terzo ha seguito invece una dieta Green-MED. Ciascun partecipante doveva, in ogni caso, praticare attività fisica; il secondo e il terzo gruppo dovevano consumare obbligatoriamente 28g di noci al giorno. Il terzo gruppo, quello che seguiva la dieta Green-MED, doveva anche consumare 3-4 tazze al giorno di tè verde e un frullato di Wolffia-globosa (Mankai) o lenticchia d’acqua, una pianta acquatica candidata a diventare il superfood del futuro. I livelli di grelina a digiuno nel terzo gruppo erano maggiori rispetto a quelli rilevati in chi aveva seguito la semplice dieta mediterranea. Secondo questo studio, la dieta Green-Med, sembra favorire la perdita di grasso addominale e migliorare la sensibilità all’insulina.
Lo stesso gruppo, in un lavoro precedente, aveva già dimostrato che la dieta Green-Med può amplificare gli effetti benefici della dieta mediterranea classica a livello cardiometabolico: in poche parole questa dieta potrebbe favorire la perdita di peso e di grasso viscerale e ridurre il colesterolo LDL.

In cosa consiste quindi una dieta Green_MED?

Si tratta di una dieta mediterranea “avanzata”, nella quale la carne rossa viene completamente esclusa e sostituita con proteine vegetali, che prevede un gran consumo di vegetali, l’assunzione di 3-4 tazze al giorno di tè verde e di un frullato della pianta Wolffia-globosa.

Dobbiamo quindi convertirci alla dieta Green Med?

Come sempre prendiamoci del tempo: si tratta di pochi studi, che alla fine non fanno altro che promuovere un’alimentazione di tipo mediterraneo, con un maggior consumo di proteine vegetali e un minor consumo di proteine animali. Per ora cerchiamo di fare come sempre, avviciniamoci il più possibile alla dieta mediterranea, che al momento, secondo studi consistenti, sembra essere uno degli approcci migliori. Vedremo in futuro se varrà la pena passare al “livello pro”.

 

Fonti:

Mariangela Stasi

Mariangela Stasi

Sono una Biologa Nutrizionista, ma non solo. Sono laureata in Biotecnologie Mediche e Farmaceutiche e per diversi anni ho lavorato nella ricerca scientifica, conducendo esperimenti, approfondendo lo studio delle malattie oncologiche e neurodegenerative, contribuendo alla stesura di alcune pubblicazioni scientifiche. Prima di dedicarmi alla professione di nutrizionista, ho conseguito un Dottorato di Ricerca in Scienze Morfologiche Molecolari con uno studio su una malattia neurodegenerativa rara. Un valore aggiunto alla professione di nutrizionista l'ho ottenuto con il Master in Fitoterapia Applicata, che mi consente di associare alla dieta utili consigli. Del mondo della ricerca mi sono rimasti la curiosità e l’approccio “scientifico” al lavoro, la continua ricerca della verità. Non mi piace dire, scrivere o parlare di qualcosa se prima non ho ne verificato la veridicità scientifica. Amo il mio lavoro, amo l’arte, la scienza e tutto quello che ha a che fare con la biologia. Proprio per questo motivo mi piace sempre studiare per conoscere e per aggiornarmi, per essere sempre al passo con le novità che la scienza ci regala.

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